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1.
Andrea Milani 《Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo》1985,34(2):161-191
Se un problema Hamiltoniano integrabile non degenere, come si può ottenere dal problema dei due corpi in coordinate rotanti, è perturbato con una funzione potenziale simmetrica rispetto ad un asse, le proprietà di simmetria delle soluzioni consentono di semplificare la ricerca, di orbite periodiche. In tal modo si ottiene un teorema di continuazione delle orbite periodiche che fornisce più informazioni di quello classico. La funzione che descrive la simmetria delle orbite è genericamente una funzione di Morse, e le biforcazioni di orbite periodiche simmetriche possono essere descritte in termini di punti singolari e di valori critici di tale funzione. II problema ristretto dei tre corpi ed il problema del satellite in un potenziale non axisimmetrico sono trattati come esempi. Le stesse biforcazioni possono anche essere descritte come singolarità degeneri della funzione generatrice della trasformazione canonica associata all'applicazione di Poincaré, cioè al trascorrere di un periodo sinodico. In tal modo le proprietà di stabilità lineare delle orbite periodiche, la segnatura dei punti singolari della funzione generatrice e l'andamento qualitativo della funzione di simmetria appaiono correlate tra loro. Ne risulta la possibilità di predire, prima di qualsiasi esperimento numerico, non solo la struttura generica delle biforcazioni delle orbite periodiche simmetriche, ma anche la stabilità di tutte le orbite periodiche coinvolte. 相似文献
2.
Cataldo Agostinelli 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1976,108(1):161-177
Sunto. In questa nota si considerano le equazioni del moto intorno a un punto fisso di un corpo rigido pesante, nel caso in cui il
baricentro appartenga a uno dei piani principali dell'ellissoide d'inerzia relativo al punto fisso (piano xy). Si ravvisa
la possibilità di una particolare soluzione parametrica per mezzo di un parametro u tale che du=rdt, essendo r la componente
della velocità angolare secondo l'asse z, e nell'ipotesi che il coseno direttore γ3 secondo l'asse z della verticale discendente, sia della forma: γ3=α0(Ax0p+By0q)r, con α0 costante, mentre gli altri simboli hanno il solito significato.
Si dimostra che sono possibili soltanto due casi: Il 1o é quello in cui il baricentro appartiene a uno degli assi x, y (y0=o, oppure x0=0), e questo corrisponde a un caso di integrabilità segnalato da Stekloff; il 2o è quello in cui l'asse z è asse intermedio dell'ellissoide d'inerzia e la retta baricentrale coincide con l'intercezione
del piano xy con uno dei due piani ciclici dell'ellissoide d'inerzia passanti per l'asse z. In questo secondo caso il moto
si riduce a una rotazione uniforme del solido intorno a tale retta baricentrale disposta verticalmente, retta che appartiene
al cono di Staude.
Entrata in Redazione il 15 maggio 1975. 相似文献
3.
Enrico Bompiani 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1943,22(1):1-32
Sunto. Preliminare allo studio differenziale delle varietà rispetto al gruppo topologico (nel senso indicato nel testo) è quello
della totalità delle calotte, di ordine e dimensione fissati, rispetto al gruppo delle collineazioni. La rappresentazione
analitica di tali calotte introduce elementi arbitrar? (sia nel riferimento rispetto all' ambiente, sia nella scelta dei parametri
sulla calotta). Un'adeguata rappresentazione iperspaziale di quelle calotte nasce dalla considerazione delle calotte eccezionali,
e porta a varietà razionali di semplice definizione rispetto alle quali quelle calotte sono rappresentate da spaz? lineari;
il gruppo delle collineazioni con un punto fisso nello spazio dato si rappresenta nel gruppo delle collineazioni per cui una
di quelle varietà è trasformata in sè. Poichè la rappresentazione geometrica elimina le accidentalità della rappresentazione
analitica si ha un modo di riconoscere senz' altro l'esistenza di invarianti relativi a configurazioni di elementi differenziali
(anche di dimensioni differenti). 相似文献
4.
Lucia Alessandrini 《Milan Journal of Mathematics》1998,68(1):59-120
Lo scopo di questo testo è di presentare i temi principali riguardanti le correnti positive su varietà complesse. L’importanza di questo strumento, per coloro che studiano geometria complessa, è evidente; tuttavia non è semplice tenere le fila di una grande quantità di contributi sull’argomento, alcuni dei quali sono ormai pietre miliari su questa via. Vorremmo quindi delineare una “mappa” dei contributi che ci sono sembrati particolarmente significativi; per ovvie ragioni, rimandiamo ai test originali non appena si voglia entrare nel merito dei singoli argomenti. Lo scritto è composto di due parti (oltre a una appendice dedicata al lettore che affronta per la prima volta il tema delle correnti positive): nella prima si trattano principalmente i temi in riferimento alle correnti positive e chiuse, storicamente la classe più importante di correnti per le varietà complesse, in quanto generalizzazione naturale delle sottovarietà. Nella seconda si espongono risultati su correntiT positive pluriarmoniche o plurisubarmoniche, cioè caratterizzate da una condizione imposta alla corrente $i\partial \bar \partial T$ , e naturali generalizzazioni delle funzioni plurisubarmoniche, nonché delle correnti chiuse. Questa scelta è motivata nel primo capitolo della seconda parte, partendo dall’ormai classico teorema di R. Harvey e J.R. Lawson che caratterizza tramite correnti positive e pluriarmoniche l’esistenza di metriche kähleriane su varietà compatte. 相似文献
5.
Claudio Baiocchi 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1972,92(1):107-127
Sunto Si dimostra esistenza e unicità della soluzione di un problema di frontiera libera che traduce il moto di filtrazione di liquidi
attraverso mezzi porosi.
Il problema è ricondotto alla minimizzazione di un funzionale quadratico su un convesso chiuso di uno spazio di Hilbert, il
che fornisce anche dei procedimenti per l'approssimazione numerica del problema stesso.
Entrata in Redazione il 16 dicembre 1971.
Indirizzo dell'autore:C. Baiocchi, Istituto di Matematica, Università, Pavia. Questo lavoro è stato eseguito nell'ambito delle attività del Laboratorio di
Analisi Numerica del C.N.R. di Pavia; i risultati qui ottenuti sono stati annunciati in una nota preventiva sui C. R. Acad.
Sc. Paris, t. 273, pp. 1215–1217. 相似文献
6.
Gaetano Fichera 《Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo》1992,41(1):5-28
Il lavoro consiste in un tentativo di difesa della classica teoria di Fourier della propagazione del calore, che è stata accusata
di produrre il paradosso secondo il quale il calore si propaga con velocità infinita. Lo scopo è quello di provare che questa
accusa, quando la teoria di Fourier venga correttamente interpretata, è infondata. 相似文献
7.
Franca Graiff 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1971,89(1):65-84
Sunto Dopo aver definito le coordinate intrinseche in una generica varietà riemanniana viene costruita una variazione del tensore
fondamentale che lascia invariate le coordinate stesse. Viene quindi dimostrato che la conoscenza di questa deformazione rende
possibile la costruzione di un tensore doppio simmetrico avente data divergenza: cioè fornisce un integrale particolare delle
equazioni della statica dei continui comunque curvi a due e tre dimensioni, in presenza di forze di campo.
Viene inoltre mostrato che tale integrale particolare serve per costruire l’integrale generale delle equazioni stesse, e delle
analoghe in assenza di forze di campo. Si può ottenere così anche l’integrale generale delle equazioni della dinamica dei
continui negli spazi-tempo della Relatività generale.
Entrata in Redazione il 19 aprile 1971. 相似文献
8.
Francesco Severi 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1960,49(1):283-298
Sunto Vengono qui continuaté le ricerche dell'Autore, dal 1909 in poi, intorno alla geometria sopra una varietà algebrica del corpo
complesso e si costruisce in particolare una esauriente teoria delle irregolarità della varietà, fondata sia sopra una loro
definizione geometrico-topologica, come sopra una loro definizione trascendente, stabilendosi inoltre l'equivalenza delle
definizioni.
A Giovanni Sansone nel suo 70mo compleanno.
Questa Memoria, preparata in occasione del giubileo scientifico del CollegaGiovanni Sansone, ed a lui dedicata, vuole anzitutto attestare la mia, anzi la nostra gratitudine, verso chi mi è stato efficientissimo Condirettore
per tanti anni, fin da quando cioè, per una deplorevole disposizione, restai solo nel Comitato Scientifico degli ? Annali
?, divenendone automaticamente, senza mia volontà, unico Direttore. Il Prof.Sansone fu il primo, in ordine di tempo, che scelsi per associarlo a me nella Direzione dell'antico e celebrato periodico. Con lui,
a nostra volta, scegliemmo d'accordo, a mano a mano, per successive cooptazioni, gli altri Colleghi. All'abilità e alla solerzia
tecnico-organizzativa di lui, siamo quasi interamente debitori dell'odierno prestigio e dell'attuale diffusione del nostro
Periodico, oggi patrimonio prezioso, materiale e morale, della matematica italiana.
La Memoria è stata preannunciata da una I Nota riassuntiva, contenente però quasi tutto l'essenziale, pubblicata nei Rendiconti
dell'Accademia Nazionale dei Lincei, seduta del 9 maggio 1959, e da una II Nota pubblicata nei Rendiconti della stessa Accademia,
seduta del 14 settembre 1959. I fondamenti della parte più moderna della geometria sopra una varietà (dell'ordinario corpo
complesso) i cui inizi spettano, come ben si sa, aNoether, furon posti in luce dalle seguenti Memorie dall'A. e da quelle di altri, con esse più o meno immediatamente collegate. Citazioni
più circostanziate trovansi nelle Memorie cui alludiamo dell'A., e cioè:Fondamenti per la geometria sulle varietà algebriche: I contributo, Rend. del Circolo Matematico di Palermo, 1909. —Fondamenti per la geometria sulle varietà algebriche: II Contributo, Annali di Matematica, 1951. —Fondamenti per la geometria sulle varietà algebriche: III Contributo, Annali di Matematica, 1956. Ivi son richiamate anche le Note preliminari dei Comptes Rendus, 1955, 1956, sulle forme differenziali
di 1a specie. —Fondamenti per la geometria sulle varietà algebriche: IV Contributo. La teoria delle irregolarità delle varietà algebriche, Rend. Acc. Naz. dei Lincei, 1956. —Fondamenti per la geometria sulle varietà algebriche: V Contributo. Ancora sulla teoria delle irregolarità, Memorie dall'Accademia Nazionale dei XL, 1957–58. I risultati della presente Memoria potranno essere confrontati con quelli
conseguiti daE. Marchionna nell'Appendice ch'egli, aderendo alla mia richiesta, ha aggiunte alla fine del mio Trattato citato nella nota (2) a piè della pag. 3 della presente Memoria (precisamente l'Appendice diMarchionna va da pag. 395 in poi). Il Trattato ha potuto essere completamente stampato, mercè la solerte cooperazione di lui, sia pel
coordinamento d'una parte della materia, come per la correzione d'una buona metà delle bozze del volume, ch'egli ha preso
in consegna quando il dattiloscritto non era neppure composto tipograficamente per intero. Per tutto ciò rinnovo qui al Prof.Marchionna l'espressione della mia viva gratitudine, alla quale si associeranno di certo quanti troveranno nel volume qualcosa di utile
pei progressi della geometria algebrica, sia nel dominio classico, come in quello astratto.
A proposito dei risultati contenuti nell'Appendice IV, devo ricordare che la relazione fra la somma dalle due ultime irregolarità
diV
d, la deficienza del sistema canonico parziale staccato sopra una ipersuperficieE elementare, dal proprio sistema aggiunto |E' |, nonchè la sovrabbondanza del sistema |E' | viene conseguita pure per via algebrico-geometrica, diversa da quella qui esposta, nella pag. 429 dell'Appendice predetta
e precedentemente nel lavoro diMarchionna
Sul teorema di Riemann-Roch, ecc. (Nota III), Lincei, 1958, p. 673. Una delle vie indicate daMarchionna, onde pervenire alla relazione cui s'allude, presuppone tuttavia, in un secondo tempo, il teorema (diKodaira) di regolarità dell'aggiunto. Questosecondo modo di deduzione permette di ottenere più rapidamente il risultato, ed ha il vantaggio di conseguirlo più in generale, in relazione
ad una generica ipersuperficieA non singolare, tracciata sopra unaV
d, priva di punti multipli; mentre qui (come nella Nota lincea preventiva) c'interessa di conseguire la relazione, di cui al
successivo n. 2, con una dimostrazione del tutto autonoma. nel quadro della geometria algebrica classica, in quanto sopra
la relazione cui si allude, noi vogliamo dipoi poggiare la deduzione di parecchie altre proprietà, stabilite daKodaira con mezzi di analisi, che si allontanano molto dal quadro predetto. Di ciò diremo più ampiamente nella presente Memoria e
nelle Memorie che continueranno la presente. 相似文献
9.
Richard Grammel 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1960,50(1):187-196
Sunto Si tratta di un problema della teoria del giroscopio asimmetrico soggetto a momenti interni, cioè la questione, quali momenti
interni muovono il vettore della velocità angolare sempre in uno dei due piani separanti delle polodie del moto allaPoinsot, e come questo vettore allora si muove nel solido. Vi sono due moti asintotici, se i momenti sono costanti, fissi nel solido
e giacenti in un piano definito e differente dei piani separanti. Si può risolvere il problema anche per momenti dipendenti
dal tempo o dipendenti della velocità angolare.
Antonio Signorini zu seinem 70. Geburtstag gewidmet. 相似文献
Antonio Signorini zu seinem 70. Geburtstag gewidmet. 相似文献
10.
Cesarina Marchionna Tibiletti 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1954,37(1):333-346
Sunto Si determinano alcuni vincoli per le sostituzioni operanti sulle determinazioni di un piano multiplo avente una data curva
di diramazione, vincoli che per ampie classi di piani multipli li determinano univocamente in funzione della curva di diramazione.
Si intende cosi portare un contributo al problema dell'identità birazionale dei piani multipli con data curva di diramazione.
Si considerano dapprima curve di diramazione ϕ che, variando in un sistema continuo, possano degenerare in una forma limite
composta da parti doppie, con comportamento ben determinato per i limiti delle singolarità della curva variabile (tali ipotesi
sono effettivamente verificate per un'ampia classe di curve di diramazione).
Il risultato viene poi esteso al caso di una curva di diramazione variabileφ (soddisfacente ad ipotesi simili alle precedenti) che sia spezzata in due parti con una di queste corrispondente, non a semplici
scambi, ma a sostituzioni su più di due determinazioni
Nella ricerca vengono utilizzate proprietà delle trecce algebriche. 相似文献
11.
Émile Picard 《Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo》1980,29(1):79-97
Seguendo le moderne vedute sulla teoria dei fronti d'onda, si esamina il sistema differenziale quasi lineare, trascritto con le notazioni tridimensionali, della dinamica di un fluido ideale relativistico in condizioni adiabatiche. Le velocità normali di avanzamento, nei tre modi di propagazione ottenuti, sono la naturale estensione di quelle stabilite nell'ambito classico. I fronti d'onda epicentrali, in due modi di propagazione in uno stato costante del flusso relativistico, sono ellissoidi mobili ad assi crescenti linearmente col tempo. Nei casi statici, tali ellissoidi si riducono a sfere con raggi diversi da quelli che si hanno in fluidodinamica classica. Infine si considera il legame fra la velocità normale di avanzamento e la velocità normale di propagazione del fronte d'onda, deducendo di quest'ultima la forma covariante. 相似文献
12.
Luigi Sobrero 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1934,13(1):127-141
Sunto La determinazione degli sforzi in una travatura reticolare iperstatica con aste mutuamente incastrate agli estremi, viene
di solito affrontata ricorrendo al? teorema dei quattro momenti ? : il quale, com'è ben noto, collega fra loro imomenti di estremità di due asie consecutive e glispostamenti dei nodi di quelle aste. Momenti e spostamenti non interessano in egual misura, poichè soltanto i primi intervengono nella
verifica di stabilità della travatura. Atteso dunque che gli spostamenti figurano nel problema come incognite ausiliarie,
ci siam proposti di eliminarli addirittura nello studio della travatura, soslituendo al teorema dei quattro momenti, una nuova
relazione la quale interessii soli momenti di estremità. Di questa nuova relazione abbiamo dato una facile interpretazione geometrica, atta a semplificarne l'uso. Al testo fa seguito
un esempio di applicazione ad un problema concreto.
La presente ricerca fu presentata nella mia tesi di laurea alla R. Scuola d'ingegneria di Roma, nel Novembre 1931. 相似文献
13.
Giovanni Zin 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1957,43(1):215-259
Sunto Nell’Introduzione si illustra l’opportunità di fondare la teoria matematica del campo elettromagnetico sullo studio degli
integrali dell’equazione rot K+mK=Φ, con m costante complessa non nulla. Una tale scelta si manifesta infatti particolarmente
adatta ai problemi posti dalla tecnica delle onde elettromagnetiche.
La Teoria dell’equazione omogenea rot K+mK=0 può essere sviluppata secondo due indirizzi, uno integrale e l’altro fondato
sullo sviluppo del vettore K in serie di opportune funztoni. Ciò in analogia con quanto avviene nella Teoria delle funzioni
analitiche di una variabile complessa. La presente memoria appartiene totalmente all’indirizzo integrale.
Nella Parte Prima si deduce un’espressione integrale la quale fornisce il valore assunto dal vettore K in un punto di un dominio
regolare a partire dalla conoscenza dei valori da esso assunti sul contorno. Si esaminano le proprietà della relazione integrale
stabilita. Fra l’altro si deduce che quando un integrale dell’equazione rot K+mK=0 è continuo in un campo con le sue derivate
parziali prime esso vi è analitico.
Nella Parte Seconda si stabilisce una condizione necessaria e sufficiente affinchè esista in un dominio V di contorno S un
vettore K, continuo in V, soddisfacente in V — S all’equazione rot K+mK=0 (m non reale) e riducentesi sul contorno a un vettore
G assegnato. La condizione ottenuta è una relazione integrale fra i valori assunti da G sul contorno S di V.
La Parte Terza è dedicata alla traduzione in equazioni integrali dei problemi posti dall’elettromagnetismo. Le equazioni integrali
si riferiscono ai valori assunti dai campi elettrico e magnetico sulle superfici di separazione dei diversi mezzi, ciascuno
dei quali omogeneo e isotropo, nei quali il campo elettromagnetico si estende. I teoremi stabiliti nella prima e seconda parte
della memoria consentono di affermare la necessità e la sufficienza delle equazioni integrali scritte.
In tutta la memoria, accanto all’equazione rot K+mK=Φ, viene pure considerato il sistema di equazioni rot K=Φ, div K=f relativo
ai campi statici. 相似文献
14.
Antonio Andreatta 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1961,56(1):99-130
Sunto Si studiano i sistemi di circuiti tracciati su una superficie omeomorfa al toro, di fronte all'omologia unidimensionale. Si
ravvisa che ad una classe d'omologia compete un solo invariante topologico, che è un intero d ≥ 0 qui denominato ?grado? della
classe. Esso fornisce altresì il minimo numero di circuiti non intrecciati e disgiunti che intervengono in un ciclo della
classe; inoltre, trascurando il valore d = 0 che risponde alla classe dei cicli omologhi a zero, si trova che d −1 è il minimo numero di punti doppi posseduti da un circuito il quale, orientato, sia un ciclo di una classe di grado d. Anche
si costruiscono modelli di cicli, appartenenti a classi diverse, col minimo numero di mutue intersezioni. Infine si costruiscono
in ogni classe modelli algebrici (cioè realizzati con le parti reali di curve algebriche reali) soddisfacenti a requisiti
di minimo.
Lavoro eseguito nell'Istituto di Geometria dell'Università di Pavia, nell'ambito del Gruppo di ricerca N. 32 (?Questioni di
realità che offrono gli enti algebrici?) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Comitato per la Matematica). 相似文献
15.
Giulio Andreoli 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1961,54(1):379-396
Sunto In un'algebra booleana finita si presenta il fatto nuovo che molte delle strutture in essa costruibili a partire dai suoi
elementi, sono intimamente connesse, si da essere aspetti diversi della stessa cosa.
Si rileva che funzioni intere (cioè quelle che si ottengono operando su una variabile booleana con le operazioni booleane)
matrici, ideali, filtri (e le formazioni più ampie che sono gli intervalli) e classi di equivalenza, mostrano appunto questo
allacciamento.
Inoltre, ognuna di queste formazioni dà in sostanza origine ad altre algebre booleane o a queste isomorfe, o di queste qiù
ampie.
Quindi, in un certo senso, il campo booleano è completo, riproducendosi in sè per quasi tutte le strutture in esso fattibili.
Ma vi è di piu. Se nella formulazione del concetto di misura si abbandona l'idea del numero, quale ? misura di estensione
?, riesce possibile stabilire un concetto di ? di stanza booleana ? di due elementi booleani, la quale soddisfi alla fondamentale
relazione triangolare e alla condizione di annullarsi quando e solo quando gli elementi coincidono.
Potremo perciò parlare di una metrica intrinseca di un'algebra diBoole; e attraverso opportune definizioni si può estendere questa metrica anche ad aggruppamenti di tre o quattro o più elementi.
Ma definita che sia questa metrica ? interna ? viene anche definita, oltre la struttura algebrica, e quella di geometria metrica,
una struttura topologica interna.
Ed è appunto quanto esprimiamo im questo lavoro, ricollegandoci ad altri precedenti (*)
A Enrico Bompiani in occasione del suo Giubileo scientifico 相似文献
16.
Martin Arkowitz 《Milan Journal of Mathematics》1996,66(1):63-85
Si studiano le proprietà degli oggetti con comoltiplicazione (cioè co-H-oggetti) nelle categorie che ammettono un coprodotto
e i funtori fra queste categorie. Si dimostra che questi funtori conservano le proprietà dei co-H-oggetti. Queste osservazioni
generali si applicano inoltre ai seguenti esempi specifici di categorie e funtori: la categoria omotopica degli spazi puntati,
la categoria delle algebre graduate commutative, la categoria delle algebre graduate associative, la categoria delle algebre
di Lie graduate e la categoria dei gruppi. I funtori sono: il gruppo fondamentale, il funtore coomologia, il funtore omologia
dello spazio di cammini chiusi di uno spazio e il funtore gruppo omoto pico. Si dimostra che in questi casi specifici si ottengono
risultati classici ben noti.
Conferenza tenuta il 15 aprile 1996 相似文献
Conferenza tenuta il 15 aprile 1996 相似文献
17.
Bruno Busulini 《Annali dell'Universita di Ferrara》1957,7(1):9-52
Riassunto Prendendo le mosse dai postulati della continuità della retta e del fascio—che vengono inizialmente richiamati e che stanno
alla radice della definizione di limite, nel suo significato geometrico—e proposto il tema generale—che è quello di rilevare
in essa e in ogni sua applicazione la presenza di una relazione di coordinazione o, se si vuole, di complementarità accanto
a quella, fino ad oggi quasi esclusivamente riconosciuta di subordinazione—lo studio prosegue con una analisi, per quanto
è possibile approfondita, della relazione intercorrente tracontinuità ediscontinuità, intese queste nel loro significato più primitivo e originale, che è poi quello che hanno sempre inteso tutti i pionieri
del calcolo infinitesimale.
Segmento e punto sono i due aspetti che abbiamo tenuto presenti, ben osservando che quanto di essi si diceva, tutto si sarebbe
potuto ripetere, in maniera analoga. per ogni altra coppia: angolo piano-retta, superficie-solido, ecc. Dalla analisi è risultata
la piena complementarità dei concetti di segmento e di punto, vale a dire la impensabilità dell'uno senza dell'altro, e quindi
la loro antitesi e la loro analogia, sempre relative.
Si inizia quindi unexcursus storico, in tre diverse direzioni: prima si rivolge al problema della derivazione, poi a quello della integrazione e infine
a quello della relazione tra i due. Esso vuol essere soltanto indicativo del metodo con il quale intendiamo condurre la nostra
ricerca.
Cfr. la Introduzione pp. 9–10.
Cfr. l'Introduction, pp. 9–10. 相似文献
Résumé En partant des postulats de la continuité de la droite et du faisceau—qui sont rappelés au début et qui sont à la base de la définition de limite dans sa signification géométrique—et après avoir énoncé le thème général—qui est celui de relever dans la définition et dans chacune de ses applications la présence d'une relation de coordination ou, si l'on veut, de complémentarité à c?té de celle de subordination, qui a été jusqu'ici presque exclusivement reconnue—notre étude se poursuivra par l'analyse, autant que possible approfondie, de la relation qui existe entre ?continuité? et ?discontinuité? en entendant ces termes-ci selon leur signification plus primitive et originale, qui est d'ailleurs celle qu'ont toujours entendue tous les pionniers du calcul infinitésimal. ?Segment? et ?point? sont les deux aspects que nous avons envisagés, en faisant bien remarquer que ce que l'on disait à propos d'eux on aurait pu le répéter d'une fa?on analogue pour tous les autres couples: angle plan-droite, surface-solide…etc. De cette analyse il en est résulté la parfaite complémentarité des notions de segment et de point, c'est-à-dire l'impossibilité d'envisager l'un sans envisager aussi l'autre, et par conséquent leur antithèse et leur analogie, qui sont toujours relatives. Après quoi nous commen?ons un ?excursus? historique, en trois différentes directions: avant tout nous développons le problème de la dérivation, puis celui de l'intégration, puis finalement celui de la relation entre les deux. Cet ?excursus? ne prétend être qu'une simple indication de la méthode selon laquelle nous entendons effectuer notre recherche.
Cfr. la Introduzione pp. 9–10.
Cfr. l'Introduction, pp. 9–10. 相似文献
18.
Giovanni Zin 《Annali di Matematica Pura ed Applicata》1960,50(1):341-378
Sunto Si espone un algoritmo particolarmente adatto per lo studio delle leggi elementari dell’elettromagnetismo, sia allo scopo
di stabilire il grado di indeterminazione da cui sono affette, sia allo scopo di determinare tutte le leggi elementari dotate
di requisiti assegnati.
Nel primo capitolo si esaminano le proprietà generali delle leggi elementari e si classificano.
Nel secondo capitolo si studiano i tensori del secondo e del terzo ordine associati alle leggi elementari. Tali tensori sono
tutti funzioni di un vettore e godono delle proprietà che al mutare della terna di riferimento le nuove componenti del tensore,
espresse in funzione delle nuove componenti cartesiane del vettore, godono dell’invarianza formale. Tale proprietà si traduce
in un sistema di equazioni funzionali, che vengono risolte. Si ha così che le 9 (27) componenti del tensore di secondo (risp.
terzo) ordine possono essere espresse mediante una combinazione lineare di sole 3 (risp. 7) funzioni del solo modulo del vettore,
che vengono chiamate “funzioni di distanza” del tensore.
La ricerca delle leggi elementari dotate di proprietà assegnate dà luogo a sistemi di equazioni differenziali fra le componenti
dei tensori associati alle dette leggi. Tali sistemi constano talvolta di un enorme numero di equazioni alle derivate parziali
del primo o del secondo ordine. Tuttavia la sopradetta conoscenza della semplice struttura dei tensori incogniti ed un appropriato
procedimento di calcolo permettono di pervenire alle soluzioni in modo relativamente semplice, rispetto alle complessità che
la questione offre a prima vista.
Alcuni esempi vengono illustrati. Nel terzo capitolo si risponde in modo esauriente all’antica questione relativa all’indeterminazione
della prima legge elementare diLaplace. Nel quarto capitolo si determinano le espressioni generali di particolari insiemi di leggi elettrodinamiche.
Ad Antonio Signorini nel suo 70mo compleanno. 相似文献
19.
Gli autori riferiscono intorno a misure delle proprietà diamagnetiche di superconduttori ad alta temperatura, siano monocristalli
o polveri, mediante un nuovo levitometro magnetico. Il nuovo strumento ha consentito di: 1) determinare la diminuzione della
magnetizzazione e della suscettività al crescere del campo magnetico nei cuprati di ittrio e bario; 2) confrontare il comportamento
delle polveri con quello del monocristallo; 3) analizzare lo spettro di suscettività e la struttura dei flussoidi dei grani
levitanti. Lo strumento si è rivelato essere un ottimo spettrometro magnetico adatto alla separazione di qualità delle diverse
fasi superconduttrici presenti nei grani. (A cura dell'editore).
(Conferenza tenuta dal Prof. G. Morpurgo il 27 marzo 1990) 相似文献
(Conferenza tenuta dal Prof. G. Morpurgo il 27 marzo 1990) 相似文献
20.
This is the third part of a series devoted to the existence, uniqueness, monotonicity, and asymptotic properties of the traveling
wave solutions of diffusive-dispersive conservation law. In this part, we focus attention on a nonconvex hyperbolic model
of two conservation laws arising in nonlinear elastodynamics and including nonlinear viscosity and capillarity terms. On one
hand, using the techniques developed earlier, we study the properties of the corresponding classical and nonclassical shock
waves and their corresponding kinetic relation. Several new features are found for this (hyperbolic) model: First of all,
we distinguish here between a kinetic function and an inverse kinetic function; the latter is always globally defined but
may fail to be globally invertible. Second, we show that shock waves with sufficiently small amplitude are always classical,
for a fixed ratio of diffusion and dispersion. Third, we determine here the asymptotic behavior of the kinetic function for
both shocks with large and small amplitudes.
Sunto Questa è la terza parte di una serie di lavori dedicati all'esistenza, unicità, monotonia e proprietà asintotiche delle soluzioni d'onda di propagazione per leggi di conservazione diffusive-dispersive. In questa parte, l'attenzione è focalizzata su un modello iperbolico non convesso di due leggi di conservazione che sorgono in elastodinamica non lineare, che tengono conto della viscosità non lineare e dei termini di capillarità. Da una parte, utilizzando le tecniche precedentemente sviluppate, studiamo le proprietà delle corrispondenti onde d'urto classiche e non classiche e le loro corrispondenti relazioni cinetiche. Diverse nuove proprietà sono state trovate per questo modello (iperbolico). Innanzitutto, qui distinguiamo tra una funzione cinetica ed una funzione cinetica inversa, quest'ultima essendo sempre definita globalmente ma possibilimente non sempre globalmente iinvertibile. In secondo luogo, mostriamo che onde d'urto con ampiezza sufficientemente piccola sono sempre classiche, per un valore fissato del rapporto tra diffusione e dispersione. In ultimo, determiniamo il comportamento asintotico della funzione cinetica per onde d'urto aventi sia ampiezza grande sia piccola.相似文献